Il governo irlandese si è opposto a un'unica imposta globale sul reddito per i giganti IT, proposta il mese scorso dai paesi del G7. Le autorità temono che dopo questa decisione le aziende inizieranno a ritirare le proprie attività dal Paese. Lo scrive il New York Times.
Come scrive il quotidiano, l'Irlanda considera l'iniziativa una minaccia alla sicurezza nazionale. Il paese ospita giganti dell'informatica come Apple, Twitter, Facebook e Google dagli anni '90, grazie a un clima fiscale più mite. Grazie a questo, lo stato ha ricevuto investimenti multimiliardari, creando centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il boom economico formatosi a causa delle peculiarità della legislazione fu chiamato "Tigre Celtica". I residenti locali sono ora tenuti a pagare solo il 12,5% delle tasse e possono anche evitare di pagare le tasse in altri paesi.
Il direttore esecutivo del Tax Justice Network, Alex Cobham, ha definito l'Irlanda "il paradiso fiscale europeo", osservando che l'opposizione del paese all'imposta unica sembra logica. A suo avviso, le autorità difenderanno in ogni modo possibile l'attuale modello di tassazione.
L'Irlanda è uno dei nove paesi ad opporsi alle modifiche fiscali per i giganti IT, alla pari con Barbados, nota anche per la sua bassa aliquota fiscale. Come osserva il giornale, nonostante la posizione difensiva, il comportamento del Paese può sembrare un desiderio di privare altri Paesi della loro giusta quota di tasse.
Ricordiamo che l'idea di creare una tassa unica per i colossi IT è emersa all'inizio di giugno. In primo luogo, gli accordi sono stati raggiunti dai capi dei paesi del Consiglio del G7. Secondo i termini, l'importo dell'imposta sarà almeno del 15%. All'inizio di luglio si è saputo che 130 stati avevano già accettato i termini. L'imposta unica si applicherà alle 100 più grandi società informatiche del pianeta, tra cui Apple, Google, Microsoft e altre.
2021-07-09 16:28:04
Autore: Vitalii Babkin